Cesare Fiaschi (Ferrara, 1523-Ferrara 1570) è stato un nobile proveniente da una delle famiglie più importanti di Ferrara. È stato Maestro di Equitazione e, nel 1534, fu tra i fondatori dell’arte equestre italiana che rappresentò una pietra miliare dell’arte equestre europea dell’epoca.

Scrisse un celebre trattato: “imbrigliare, atteggiare e ferrare i cavalli” che fu pubblicato nel 1556 e che diede lustro e risonanza all’equitazione ferrarese. In questo trattato, sono inseriti degli spartiti musicali che servivano per segnare il ritmo dei vari esercizi. Nell’accademia equestre da Lui fondata, il battito delle andature fu combinato alla musica dando origine all’equitazione artistica.

Monia Montanari e ASD Ippodromo di Ferrara

Intervistiamo Monia Montanari ed iniziamo chiedendole: Monia, da quando Lei fa parte della storia di questo ippodromo?

“Entro all’ippodromo di Ferrara quando era ancora ‘Incremento ippico’ che aveva riproduzione di stalloni autoctoni e non e la gestione era ancora a livello regionale. Ho lavorato per dieci anni, fino al 2011, con la Regione. Quando questa ha dismesso la gestione non ritenendo più strategico il lavoro che svolgevamo, tornò tutto in mano al Comune di Ferrara proprietario del sito.

Parallelamente alla mia attività, collaboravo già con GST-Anffas, gruppo terapeutico che segue ragazzi con disabilità, facendo ippo-terapia. Al momento del cambiamento, mi hanno chiesto di qualificarmi quindi ho frequentato la Scuola nazionale di Riabilitazione Equestre all’ Associazione Nazionale Italiana di Riabilitazione Equestre (ANIRE) di Milano.

Finita la collaborazione con GFT-Anffas, ho deciso di fondare l’ASD Ippodromo di Ferrara ed ho continuato a fare riabilitazione equestre integrando l’attività con l’approccio al cavallo per bambini e adulti dando l’opportunità di avvicinarsi al cavallo a tutti coloro che lo desiderano”.

Ad oggi, dopo aver vinto un regolare bando, l’Ippodromo è gestito da un raggruppamento di imprese che, oltre all’Asd Ippodromo di Ferrara, è formato da: Nord Est Ippodromi che gestisce le corse, All Top Stalloni che ha riaperto la stazione di monta per tutte le razze di cavalli anche se sono specializzati nel salto ad ostacoli e U.A.I.P.R.E. (Unificazione Associazioni Italiane Pura Raza Española).

Monia Montanari una passione innata per il cavallo

Visto il suo sguardo e come le brillano gli occhi quando parla di cavalli, la prossima domanda che le poniamo non può essere che:

“Quando le nasce la passione per il cavallo?”

“È insita in me fin da quand’ero piccola. Stiamo parlando di qualche decennio fa e, a quei tempi, lo sport equestre era considerato uno sport d’élite, improponibile per avvicinarcisi ed i miei genitori, mia mamma soprattutto, non mi hanno mai incentivata ad avvicinarmi a questo mondo.

In realtà, avendo questa passione innata in me, intorno ai 18 anni, appena sono stata auto-sufficiente grazie al mio lavoro, ho preso il mio primo cavallo e l’ho portato a casa. Mio padre, essendo amante di tutti gli animali e soprattutto dei cavalli, di nascosto per non litigare con mia madre, mi ha dato una grossa mano nella costruzione del recinto con all’interno la capannina e, anche oggi, è sempre qua con me e mi dà una mano grandissima”.

Quali sono le difficoltà che ha dovuto superare negli ultimi anni, soprattutto dopo la pandemia, per far ripartire l’attività?”

“In generale, il lavoro è ripartito seppur con qualche difficoltà. Per quanto riguarda la parte della disabilità, invece, stiamo ripartendo da pochi mesi perché le persone più fragili, per tutelarle al meglio, sono state tenute sotto una cupola di vetro fino all’inizio del 2024”.

L’ Asd Ippodromo di Ferrara quanti cavalli ha?

Per la scuola, abbiamo 12 esemplari tra cavalli e pony che, nella maggior parte dei casi, sono ‘di recupero’ nel senso che sono cavalli che hanno finito la carriera o che sono stati scartati perché non ritenuti idonei per le gare. Dimostrazione ne è che ho 5 trottatori recuperati tra cui il mio che è con me da 24 anni e con cui faccio disabilità. Inoltre, ho altri 4 cavalli che ho recuperato, alcuni a fine carriera, altri che avevano alcune problematiche che non permetteva loro di continuare a correre. Se posso do delle seconde vite per dar loro una seconda chance”.

Vuole raccontarci la storia del suo cavallo?

“Certo anche perché è un portento a livello di testa. A suo tempo si chiamava Celentano Pa ed era uno degli ultimi che si potevano enucleare quindi, dopo essere stato scartato dal mondo delle gare perché non ritenuto idoneo, gli hanno cambiato il microchip e l’ho chiamato Taris. Figlio di Rapid Effe, che è un noto cavallo nel mondo delle gare di trotto, dotato di un fisico imponente e un’agilità straordinaria, che si è guadagnato una reputazione di eccellenza nelle competizioni. Oggi Taris ha 26 anni e da 24 anni è con me; abbiamo fatto insieme un lungo percorso e, a tuttora, è il mio braccio destro nell’attività”.

Quali sono le sue aspettative per il futuro?

“Sono entrata in ippodromo di Ferrara in un momento in cui era ancora abbastanza in auge e me ne sono subito innamorata. Ho lottato tantissimo per far sì che questo luogo mantenesse la sua funzione, per il mondo del cavallo ed anche per la città di Ferrara. Sono giunta a rimanere qui da sola con i miei tre cavalli poi, nel tempo, ho costruito un po’ di raggruppamento perché, da soli, si va poco lontano.

La speranza è che questa Giunta Comunale, che è molto lungimirante e collaborativa, voglia continuare questo discorso per i cavalli. È ovvio che la struttura nel suo insieme è un po’ lasciata andare e, proprio per ristrutturarla, c’è un progetto dell’Università come studentato che, potenzialmente, può essere molto interessante per ridare vita ad un sito che può tornare ad essere uno dei cuori pulsanti della nostra realtà”.

Ringraziamo di cuore Monia Montanari per questa splendida intervista per il Museo del trotto e del Cavallo di Migliarino sicuri che, con il suo Amore per i cavalli, saprà affrontare al meglio e vincere le nuove sfide del futuro.


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